LA CURA DEL GHIRO di Antonella Capetti e Silvia Molteni, EDIZIONI CORSARE

Edito da Edizioni Corsare, ecco La cura del ghiro scritto da Antonella Capetti e illustrato da Silvia Molteni. Recensione a cura di Daniela Bucci.

Guardò ogni cosa ancora una volta. Forse, pensava, se le immagini si fossero impresse nei suoi occhi, l’avrebbe sognata. Forse, pensava, sarebbe riuscito a non dimenticarla.

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RECENSIONE LA CURA DEL GHIRO a cura di Daniela Bucci

Allodola era una cara amica di Ghiro. Ora non c’è più e Ghiro non vuole dimenticare. Comincia così questa storia, con il piccolo protagonista intento a racimolare nel bosco tutto ciò che in qualche modo possa ricordargliela: sassolini, fili d’erba e foglie con cui un giorno avevano forse condiviso insieme momenti e risate. Il loro legame era forte.

La cura del ghiro è una storia molto delicata e ha un sapore di dolce nostalgia. Da lettori percepiamo il valore dei preziosi tesori raccolti da Ghiro che come fili trasparenti vengono tesi collegando all’oggi, ricordi ed emozioni di ieri. Non sappiamo dove sia andata Allodola, non l’abbiamo conosciuta e come gli altri animali del bosco probabilmente non immaginiamo quanto per lui fosse importante… o forse sì, se abbiamo appena perso un amico. D’altronde, tutti prima o poi, perdiamo almeno qualcosa.

Non conosceva tutti gli uccelli, e neppure le loro piume, ma sapeva che non era sua. Non gli era rimasto niente di lei. Se ne era andata e non sarebbe tornata.

Come Un silenzio perfetto, altro meraviglioso albo di Antonella Capetti che adoro, La cura del ghiro ci aiuta a riflettere. Protagonisti sono quei ricordi dolci-amari che ci deliziano per il piacere di averli ancora con noi, e ci fanno soffrire per il loro essere effimeri. Ghiro ha trovato un modo per curare queste sensazioni e riaprire il suo cuore a nuova vita.

Scritto in stampatello maiuscolo, questo testo è perfetto dai 5-6 anni. Le illustrazioni, nei toni pastello un po’ spenti, trasportano il lettore nel mondo ovattato di Ghiro che come sospeso nella sua nostalgia, si prepara ad affrontare un lungo inverno, metafora eccezionale della sua solitudine.

Ancora una volta sarà la capacità di amare la protagonista, nonché la capacità di rinnovarsi, consapevoli che per qualcosa di eccezionale, un giorno potrà valere anche la pena di soffrire.

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